L’ Architettura ‘es sueño’?
Architetture di Alfonso Femia
Immagini di Stefano Anzini
Stefano Anzini, Dallara Academy, Varano de’ Melegari, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ L’architettura è solidale alla storia, che è nelle nostre coscienze, anche come storia futura. La storia è ricca, non si tratta di impoverirla ma di misurarsi con essa ammettendo di dover creare un universo complesso. Inventare? Piuttosto riunire visioni, memorie, aspettative, sogni, per arricchire il reale.”
Stefano Anzini, Biblioteca Civica, La Spezia, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ Incontro ed esplorazione. Dubbio vs certezza. Domande vs risposte. Vaniloquio vs realtà. Regole vs realismo immaginario. Proiezione nel futuro e senso di responsabilità. Dare forma alla conoscenza, ai mestieri, per condividere. L’architettura trascende la costruzione, Kant avrebbe detto che è una ‘mathesis universalis’, che impegna il pensiero quanto la tecnica”
Stefano Anzini, Nuovo Polo logistico Vimar, Marostica, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ Un edificio è un oggetto fisico con competenze di relazione. Ogni costruzione genera un proprio linguaggio e una propria musicalità. Emozioni percettive, armonia con il territorio e l’ambiente, con il contesto urbano e chi lo vive, l’eredità, la mitologia dei luoghi: serve tutto questo per progettare l’architettura”
Stefano Anzini, The Corner, Milano, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ L’architetto non è il creatore dell’universo, non combatte contro il mondo per imporre la sua visione ma, più generosamente, aggrega energie eterogenee, sviluppando progetti inclusivi.”
Stefano Anzini, Poste Brune, Paris XIV, Francia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ Adolf Loos ha fatto il suo tempo. La decorazione non è un crimine. Non è ostentazione, il dettaglio è una componente del progetto. La decorazione non è mai senza ragione. E’ importante che si realizzi attraverso materiali in grado di amplificare la narrazione architettonica, contro il kitsch e l’effetto di pura attrazione. Misura ed esaltazione”
Stefano Anzini, Dallara Academy, Varano de’ Melegari, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ La scelta di un materiale non può dipendere dalla moda. Il materiale funziona come un principio attivo che permette di uscire dall’indifferente, dall’appiattimento della ripetizione. Rende l’architettura riconoscibile e unica, arte delle connessioni e dei raccordi con le emozioni. La cura del dettaglio sia fondativa.”
Stefano Anzini, Dallara Academy, Varano de’ Melegari, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ Non esiste un’architettura che nasca già fatta, armata, come Atena dal capo di Zeus. Ci sono circostanze, bisogni, mezzi da valutare e con i quali scendere a patti, e soprattutto interlocutori, umani e territoriali, dall’utente fino al paesaggio. Ci sono compromessi e trattative. L’architetto deve accettare di essere un direttore d’orchestra, in grado di mettere insieme partiture di progetto, talvolta dissonanti, nella stessa opera d’architettura.”
Stefano Anzini, Dallara Academy, Varano de’ Melegari, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ In quanto architetti è necessario accettare di essere piccoli, se questa è la condizione per l’armonia. Semplificare, accettare la metamorfosi della società, legarsi al territorio in maniera contemporanea rinunciando a ogni forma di aggressività. Essere fragili non significa essere deboli. Non siamo eterni, la fragilità è la nostra essenza. Non dobbiamo ‘distruggere’, al contrario essere costruttori di mondi.”
Stefano Anzini, The Corner, Milano, Italia, da un’architettura di Alfonso Femia
“ Combattere per il meglio, a dispetto delle circostanze, adattarsi, per dare di più, mettendo l’immaginario al servizio del progetto”