WORKS

2022 - THE ABSOLUTE SURFACE

Olonia detta anche dell’amore come simmetria di dominio

Il progetto si ispira al diagramma di Minkowski, un fisico russo che diede una spiegazione grafico matematica della Relatività Generale ( Einstein) ovvero della relazione spazio/tempo: per rendere comprensibile e rappresentabile un oggetto a quattro dimensioni (x, y, z, t) Minkowski ha ridotto la rappresentazione dello spazio alle sole due dimensioni x,y mentre il tempo è rappresentato come un doppio cono che interseca lo spazio nel t=0 (presente) provenendo da t<0 (passato) e proiettandosi in t>0 (futuro). Le immagini presenti nel progetto tengono conto di questo modello di rappresentazione spazio/temporale, ovvero della definizione di superficie assoluta data da Raymond Ruyer. Su uno dei due lati è rappresentato un orologio, mentre sull’altro lato, in corrispondenza, ho riportato la finestra della cappella dei Magi dei Medici dipinta da Benozzo Gozzoli nel 1467. Nell’immagine si inseriscono riferimenti autobiografici, riferiti alla memoria non-vissuta del personale passato dell’autore. Le architetture raffigurate sono quelle della città buzziana (Tommaso Buzzi), in Umbria.

Maurizio Barberis

Realised by Cromonichel, Oemmebi

Il Cielo Stellato

Armando Bruno & Alberto Torres

Installazione costruita con un frammento di video stampato in alta risoluzione e sotteso all’interno di una struttura realizzata in alluminio.

Realised by Dresswall

Meta_Superficie

Luigi Ciuffreda

Istallazione in vetro, legno, metallo, resina

Il progetto esplora contemporaneamente le potenzialità scultoree, pittoriche ed architettoniche della superficie. Verticalizzazioni cromatiche e riflettenti, colonizzate da metalli e ossidazioni, creano nuovi spazi e portano alla visione e percezione in un nuovo mondo. La superficie diventa così un momento di disconnessione dalla realtà e di liberazione
dal conosciuto. Un portale, un’architettura, un trittico, una superficie assoluta che vibra grazie a trasparenze, riflessi, sovrapposizioni materiche e che ha il potere di creare una visione reale e contemporaneamente illusoria.

Realised by Materica

L’Entre Deux

Alfonso Femia / AF*DESIGN

Realised by De Castelli, Danilo Trogu

L’Intelligenza degli elettricisti

Installazione in plexigas composta da quattro moduli luminosi accostabili

Duccio Grassi

Ki-mono 

Tiziano Guardini

Abito di grande formato in tessuto e metallo

Un kimono realizzato con i tessuti storici dell’antica tessitura Bevilacqua, cristallizzati dalle finiture metalliche sperimentali realizzate da Materica

Un segno di connessione tra le vite presenti passate e future, un abbraccio infinito. La superficie in questo caso si trasforma in portale d’accesso verso il futuro e al tempo stesso memoria del passato.
Una superficie/opera da indossare per un viaggio senza fine.

Realised by Tessitura Bevilacqua, Materica

Spandrel o Pennacchio

Alessandro Melis & Liyth Musallam

Il Progetto si compone di due oggetti, separati, ricombinabili e complementari.
Attraverso il design computazionale (realizzato attraverso l’uso del software Grasshopper) sono state definite
le superfici che vengono poi sottratte a 4 pannelli di compensato attraverso il taglio operato da una macchina a controllo numerico(CNC). Gli elementi superficiali sottratti al pannello vengono ricombinati verticalmente, a strati, distanziati pochi millimetri gli uni dagli altri secondo una logica combinatoria predefinita.
Le rimanenti superfici dei quattro pannelli vengono ricomposte in un parallelepipedo.
Il progetto, dunque, ispirato alla serendipita’ creativa, è una riflessione sull’exaptation e una esplorazione
del concetto di “spandrel” (pennacchio in italiano). L’exaptation, o esattamento, è un concetto utilizzato per descrivere l’estensione della tassonomia dell’evoluzione verso meccanismi non deterministici.
Nella biologia evolutiva, lo spandrel o pennacchio è un tratto fenotipico che è un sottoprodotto dell’evoluzione di qualche altra caratteristica, piuttosto che un prodotto diretto della selezione adattativa.


In collaboration with New York Institute of Technology & Julia Marmi

Hublot?

2021

Coppia di tondi dipinti in tecnica mista

Sonia Ros

SQ2.8 Separé trasformabile

Davide Valoppi

In collaboration with Sprech

Light Scape

Installazione luminosa, vetro soffiato e gas Argon

Light scape is an artwork that questions the limits between sound and light. Both light and sound are energy that travel in waves. The piece plays this ambiguity by transforming the sound in light. In particular we record sounds from the city of Barcelona and we translate those sound wave into 3dimensional lines that dance into the space. Those lines are selected and reshaped in an installation of blown glass. Argon gas will fill the interior of the glass curves and will glow an ethereal and vibrating light.

Carmelo Zappulla

Moon Vase e Dressed Vessel

Cristina Fiorenza

Courtesy: Gilda Contemporary Art, Milano

VOID

Analogia Project

In collaboration with Fonderia Artistica Campagner

Souvenir #03 e #06

di Matteo Pellegrino

Courtesy Galleria Luisa delle Piane

SENZA TITOLO

Rudy Ricciotti in collaboration with Marco Arioldi

Realised by Marmi Faedo

Marble Marbling

Zanellato/Bortotto

2021 - THE CELIBATE OBJECT

La trama infinita 

Alfonso Femia

LA TRAMA INFINITA

I primi segni dell’uomo sulla terra hanno sempre avuto un rapporto con il suolo attraverso tracce diventate segni, che hanno sviluppato nel tempo trame fondative, rapporti con i luoghi e lo spazio. Allo stesso tempo l’uomo ha sempre guardato lo spazio, il cielo infinito e con esso ha sempre misurato paure e ambizioni, sentimenti destini. Elementi singoli raccontano una propria storia e un proprio tempo, apparentemente disconnessi gli uni dagli altri, dove le trame al suolo e il tempo
in una sequenza orizzontale in nita racconta il cammino dell’uomo sulla terra nella sua continua ricerca di abitarla e volgere lo sguardo allo spazio infinito.

Alfonso Femia / AF* DESIGN

Realised by De Castelli With the contribution of Metalltech

I Musicanti di Brema 

Duccio Grassi  

I musicanti di Brema sono considerati poco utili o totalmente inutili dal punto di vista pratico. Non proteggono dal covid come le mascherine e non allontanano la morte come i vaccini.

Inutili e inadeguati i musicanti di Brema sono autentici e scintillanti di materia in modo forse inaspettato. Le loro geometrie colorate trasmettono l’energia necessaria per continuare a percepire i sogni. Dopo che ci siamo salvati dalla morte pandemica, i musicanti di Brema possono contribuire a tenerci lontano dalla morte emotiva.  

Realised by Cromonichel, Fornace Brioni, Oemmebi

IMago

Maurizio Barberis
Del Mobile d’invenzione

Dai taccuini perduti del prof. Marcelino Do Campos

Immaginarie composizioni d’arte applicata falsamente architettoniche, forse inutili, se non dannose, circolarmente insostenibili, provviste di commento ma non di spiegazione. Imago è la proiezione fantastica di un oggetto che si pone al di là delle sue qualità specifiche, al di là del principio di realtà, ma viene caricato di un inconsapevole immaginario da chi lo osserva. O da chi lo produce. Imago è una figura della memoria, poiché, in quanto immateriale prodotto dell’immaginazione, è esente dalle relazioni di spazio e di tempo. Imago è la mise-en-scene di una serie di oggetti, in apparenza d’uso, ma di fatto immateriali.

Oggetti impossibili, macchine celibi, più simili alla macchina infernale della kafkiana Colonia Penale che non ai domestici prodotti del design contemporaneo.

Balance

Davide Valoppi

Io e te
La mia opera è una danza con la vita. Io e te
La vita rappresentata nelle sue forme cangianti, imprevedibili, nel movimento continuo che ci attraversa con il quale noi dialoghiamo. La materia solida che ci sostiene è in realtà un’illusione cromatica e sensoriale .
È un ritmo, è il tempo, è l’affaccendarsi di sinergie continue che mettono alla prova la nostra stabilità, il nostro equilibrio.
Noi capaci di creare vita, siamo il seme universale, siamo l’accensione, siamo scoppio energetico, siamo musica.
Siamo appoggiati alle nostre pagine scritte dalle moltitudini dei danzatori che ci hanno preceduti. Gli equilibristi che noi incarniamo tendono alla stabilità, cercano la pace dei sensi, ma solo dopo aver goduto dell’imprevedibilità della vita stessa. Irrinunciabile condizione quella dell’azzardo! Siamo seme e frutto insieme, siamo causa ed e etto, siamo io e te.
Siamo il tavolino oscillante e il suo domatore. Siamo il coraggioso piedistallo capace di scomporsi e ricomporsi.
Siamo una cosa sola. Io e te. Come una mezza mela che cerca la sua metà. Il tavolino oscillante si sposa con il suo equilibrista.
È l’incontro perfetto. Ci può essere disequilibrio unicamente là dove qualcuno o qualcosa è capace
di riportare in asse il senso del tutto!

Davide Valoppi

2020 TOTEM e TABU’

Kepler

Angela Ardisson / Artplay Factory

Studiolo

Maurizio Barberis

Studiolo (turris philosophorum?)

Lo studiolo, oggetto ricco di storia, ingravidato dall’immagine distopica. ospita colui che guarda e al tempo stesso è guardato (Meister Eckhart vs Wilhelm Meister?).

en-gran(d)-verre-(age), âgée del sol e de l’una objets non plus trouvè, ma (in-grave-dato/lutto) par sua image (immagin-aire)

ou-les témoins- (ceux-qui-regardent)-de Marie-Mariée (ciò-nonostante ascoltare l’incenso?)

Realizzazione: CL Italia
In collaborazione con: Abet Laminati

Mappa Stellare

Alfonso Femia / AF*design

MAPPA STELLARE

Per questa installazione, Alfonso Femia si ispira al Disco di Nebra, la più antica mappa stellare del mondo. Il Disco di Nebra è una lastra in metallo risalente all’età del bronzo che raffigura chiaramente fenomeni astronomici e simboli di forte impronta religiosa. Il disco è considerato la più antica rappresentazione del cielo.

Il Tempo, misurato e governato dal cielo, è per Alfonso Femia materia di progetto. La Mappa Stellare evoca il rapporto tra l’uomo e il Tempo in cui l’uomo si colloca in una scala infinitesimale di continua generazione di passato e di futuro. Mappa stellare è un’opera di 250 cm di diametro con base in pietra incisa, ceramica smaltata dorata e travetti in legno effetto carbonizzato e smalto.

Realised by Marmi Faedo

La Pirogue

Davide Valoppi

La Pirogue di Davide Valoppi è un’opera che intreccia la forza funzionale del design a un’abbacinante poesia dell’oggetto, frutto di un lavoro di essenzializzazione della forma che crea una mutidimensionalità visiva e tattile, i cui molteplici rimandi si intersecano in uno spazio-tempo espanso e simmetrico, concreto e al contempo visionario, come quello di un sogno. Al Totem del tempo come incessante passaggio introduce la presenza della clessidra, che costituisce il capo della figura antropomorfa.

Una presenza che rimarca il quieto trascorrere attraverso la polverizzazione che tutto dissolve. Al centro di tutto sta una figura essenziale e totemica, un wireframe umano in ferro nero, che appartiene al candore dell’immaginario infantile: vista di profilo, sembra appoggiarsi ad un bastone, e suggerire un’età avanzata, da cui scaturisce un’aura di saggezza primordiale.

Realizzazione: Julia Marmi

Trittico

Duccio Grassi

Ho immaginato un giardino in marmo e metallo: il giardino della decorazione caduta. Il giardino della decorazione caduta evoca un giardino ordinato e illusorio. Le essenze di marmo colorato, sono sculture quasi senza peso, ma quando cadono le foglie, sono di marmo pesante. Una decorazione leggera cade pesantemente. Il trittico è solo il punto di partenza di un giardino estendibile all’infinito, dove ogni essenza/scultura si avvolge alle altre in un abbraccio senza fine,

Ho immaginato di entrare nel giardino e insinuarmi nelle sue anse come in un labirinto di infiniti abbracci.

Realizzazione: Cromonichel Sponsor tecnici: Margraf, Oemmebi

2019 - LA DECORAZIONE COME STYRTTURA NARRATIVA

The Many faces of the Moon Trittico Lunare

Alfonso Femia / AF*design

with Bobur Ismoilov and Robi Renzi
Bobur Ismoilof, Attraction of Arthemis , Robi Rienzi, Peaks and Deaths Platinum

Shifting eastward by about 13° every 24 hours, we never find the moon in the same place.
With the collaboration of important artists, “The Many Faces of the Moon” interprets the ongoing change
of appearance and position of the moon, which in its orbital trajectory influences the growth and movement of elements on earth. The work by Babur Ismailov “Attraction of Artemis”
and that of Robi Renzi “Peaks and Depths Platinum” form a true triptych that captures this dynamic aspect in a kinetic interpretation, thanks to the contribution of Stefano Rocchetti (in a project by AF*Design).
The movement of the composition, in the simultaneous perception of the visions of each artist, presents
a new interpretation generated by the mutable relationships of the parts. The viewers interact
with the elements, the reflections of the materials, the lights and shadows, formulating their own vision:
as in a montage of lm frames, the faces of the moon are seen in sequence, generating a personal,
never equal perspective.

She is the invisible presence.
She influences, regulates, sets the rhythm of life. The concealed companion of the shining being: the Sun.
Rarefied, partial, depicted in a way that varies, day after day.
She sometimes appears in the daytime as well, in the presence of the shining being. She establishes personal, magical, nocturnal relations with each of us, intimately. She is not invasive, and makes no noise.
She never disturbs you... apparently.
You can touch her every time with the gaze... sometimes with a foot...
But often, deceptively, with a finger.
She is our companion, even though we seldom remember.

In collaboration with Marzorati Ronchetti

The lighting box’

Maurizio Barberis

Winterreise I°

(the enlighting box)

The lighting box extends the concept of the frame, opening the work to an everyday useful object and integrating it in a form of domestic furniture, namely a console. The photographic image becomes part of the console,
and the console part of the photographic image. Structure in lacquered wood, legs inlaid with natural wood, photograph printed on aluminium, neon.

In collaboration with C.L. Italia

Consolle Ruyu

Duccio Grassi

The Ruyu console is inspired by the benign myth of the Japanese dragon, to investigate the relationship between light, volume and materials in a furniture/sculpture in acid-etched brass with a stone top.
“The sinuous shape of the console brings to mind an organic form, an impression immediately contradicted by the hard vertical presence of the brass cladding”.

In collaboration with

Marmi Faedo, Oemmebi e Cromonichel

Arnolfini’s Mirror (la dodicesima ora)

Maurizio Barberis

Arnolfini’s Mirror concentrates on the relationship between the work of art and its staging; in particular, the work reinterprets the famous “Arnolfini Portrait” by Van Eyck on view at the National Gallery in London.

The famous painting by Van Eyck is a portrait of newlyweds: the Tuscan merchant Arnolfini and his young bride. Behind them, a convex mirror reveals the presence of other people, who in the scene imagined by the painter are in front of the couple, while in our more modest phenomenal reality they are effectively behind the back of the observer. In this way, Van Eyck’s mirror shows what we ought not to see, the forgotten world that exists at the onset of creation, the figures of Plato’s cave, no longer shadows but images in flesh and blood. A mundus, ein Welt hinter die Welt.

La dodicesima ora: the Hebrew tradition indicates that the creation of Adam took place in one day of twelve hours, which constituted the entire existence of the first man in the lost paradise. At the end of the twelfth hour Adam was banished, and all his bloodline with him. Birth and creation are thus marked by three elements: light, as the first sign of apparition of the world; space, as the fundamental element of the division of matter; and time, as the succession of instants that make up the history of humankind. Three steles, then, one for light, one for space, one for time. Behind them, the Fall, a photographic narrative in five parts.

Sheet steel, glass, laser-engraved methacrylate, digital clock, photographic print. In collaboration with Officine Tamborrino

thanks to f.lli Brumana

Il Giardino dei fossili

NùeVù Studio

Nadiya Yamnych, Walter E. Trento, Massimo Romanazzi

Change earth.
Detach the step.

Listen: in the Garden of Fossils, an unexpected horizon widens the gaze.

Change earth by changing altitude. The Garden of Fossils is an installation created for the stairwell of SIAM 1838. A path, a narrative of images that crosses the nature and wonder of being.

Tracks, prints, mineralized remains of a past brought back to light (out of metaphor). The installation is organized so that visitors are welcomed, along the borders, from below to above, by a forest of iron stems and leaves. Fossils and memories of a past that spill over into the contemporary world. Migrant tracks on a stage of gray stone known as a staircase, which holds together the steps of those who have departed, those who go, who return, who linger for a handshake, a hug, to raise their eyes upward. Step after step one reaches the room and it is already HoperAperta.

The horizon and the expectation. The lingering. The ramp. The room. The desk. Invasion of reflections of eyes... and then letters, paper promises, memories of travel.

Beyond the room, the story continues, and from above the light makes the metal white.

Iron, cocciopesto, fabric