Monte Amiata, Milano
Immagini di Monica Di Chio
Un’idea di città, (ovvero quando gli architetti pensavano). Nato alla fine degli anni sessanta, in quel fatidico ’68 milanese, il progetto iniziale prevedeva la realizzazione di un’area dedicata all’edilizia economica popolare. Carlo Aymonino risponde alla chiamata coinvolgendo l’Aldo Rossi, architetto di belle speranze. Entrambi, in quegli anni, sotto l’ala protettrice del buon Samonà, riflettevano e progettavano, in quel di Venezia, sui rapporti tra morfologia architettonica e morfologia urbana, con uno sguardo attento al passato storico e urbanistico di città come Roma. La complessità diviene il ‘refren’ dell’uno, la storia quello dell’altro. Il risultato? Più che un quartiere, un modello urbano, un frammento di città, una scheggia impazzita di moderna e grande bellezza, che le immagini di Monica Di Chio, giovane fotografa milanese, restituiscono con rigorosa determinazione.
“ La fotografia è per me racconto diretto , mezzo di avvicinamento al reale, per rendere tangibile lo spazio della composizione, quanto più equilibrata e simmetrica possibile.”
“Ne deriva una continua ricerca di proporzioni, simmetrie, ordine e rigore, quasi maniacale, anche se, talvolta, come se fosse un ossimoro, nelle mie immagini c’è qualcosa di impreciso che richiama un inevitabile ritorno alla realtà.”
“L’indagine all’interno del complesso residenziale Monte Amiata al quartiere Gallaratese, mi ha permesso di valorizzare l’aspetto della forma e della poetica architettonica di Aldo Rossi e Carlo Aymonino, riconoscibile anche nel più semplice degli edifici.”
“Un dettaglio, un muro, diviengono un segno centrale e permanente all’interno delle città.”
“La figura umana infine, volutamente posizionata di spalle o profilo, è immobile in uno stato di continua contemplazione del mondo, e restituisce l’idea della fissità dello spazio vuoto, riportando la rappresentazione a presupposti più semplici ed essenziali.”