Le jeu savant: immagine e architettura
una mostra di Duccio Grassi
a cura di Patrizia Catalano
Modern Avenue Building, Guangthou, Southwest side, ph. by Virgile Simon Bertrand
Mai come in questo periodo i progettisti italiani si sono dimenticati di quanto possa essere importante il rapporto tra architettura e fotografia.
Modern Avenue Building, Guangthou, Exterior cladding, ph. by Virgile Simon Bertrand
Una buona immagine, un’immagine autoriale che interpreti gli spazi, i volumi, i materiali di un progetto, ha talvolta decretato la ‘fortuna’ professionale di un autore.
Al Hamra Luxury Complex, Kuwait City, Mall, Central Elevator, ph by Andrea Martiradonna
Scegliere il fotografo che sappia leggere la poetica di un architetto è un compito che non dovrebbe assumersi il progettista, spesso troppo attento a redarre un portfolio, uno strumento di lavoro per intercettare clienti, per sensibilizzare giornali dove il valore dell’immagine ha spesso purtroppo perso forza ed energia.
Al Yasra Headquarters, Kuwait City, Lobby with main reception desk, ph by Andrea Martiradonna
Partendo da queste considerazioni ho scelto per questa mostra dieci immagini tra le molte e molto belle utilizzate da Duccio Grassi per raccontarsi nella monografia “On Spaces”, edita da Marsilio e di cui a suo tempo mi ero occupata come curatrice.
Iris Ceramica, Verona, View from entrance, ph by Andrea Martiradonna
La scelta si focalizza su quelle fotografie che più di altre mettono in luce la sua poetica, scarna e sensuale al medesimo tempo.
Max Mara, Florence, Cash desk surrounded by sixteenth century fresco walls. ph by Giulio Boem
Una relazione tra elementi: le volumetrie, figlie di un suo rapporto con l’arte scultorea di cui suo padre era maestro, la luce, vero elemento empatico nel lavoro di un architetto che da trent’anni firma tutti i più importanti flagshipstore di Max Mara, la cura dei dettagli attraverso una qualità, anzi, una testardaggine tutta italiana.
Al Yasra Headquarters, Kuwait City, Prayer room, Mirhab, ph by Andrea Martiradonna
Ma, se non ci fosse la mano di un fotografo (in questo caso più d’uno) in grado di raccontare questi elementi, in parte appropriandosene e in taluni casi forzandoli, tutto sarebbe molto meno comprensibile, tutto sarebbe privo di quella poesia essenziale e minimale che fanno di Duccio un maestro.
Patrizia Catalano
Ajal Office, Kuwait City, Meeting room, view from main lobby: polarized glass, ph by Andrea Martiradonna
Private Penthouse, Dubai, Dining room, ph. by Mohamed Somji