ESPRIT MAGICIEN

oggetti utilitaristici per pratiche rituali


HoperAperta, il progetto che coniuga Arte, Architettura e Artigianalità, giunto alla sua quinta edizione, per la Milano Design Week 2023, presenta la mostra ESPRIT MAGICIEN presso Fabbrica del Vapore.

Nella grande Sala della Cisterna, verranno esposte opere e oggetti che reinterpretano il tema dell’oggetto/figura, come spiegano i curatori dell’esposizione Patrizia Catalano e Maurizio Barberis:

“L’utilità di un oggetto è determinata dalle sue connotazioni metafisiche, dalla magia di una forma intesa come figura, connessione tra ciò che non è dato rappresentare e la sua apparenza/apparire nel mondo delle cose. ESPRIT MAGICIEN vuole essere una collezione di oggetti la cui permanenza nel tempo, (effimera o durevole), la sua possibilità di entrare a far parte della memoria collettiva di un’epoca, dipende esclusivamente dalla qualità della sua dimensione auratica. Dar figura significa dare un altro aspetto alle cose, cambiarne la visibilità, introdurvi l’eterogeneo, l’altro, ovvero il tempo.

In questo senso una sedia o una fotografia, un dipinto o un vaso, sono semanticamente omologati da una funzione transitiva ma non materiale, ovvero dalla condizione di ‘effimero assoluto’ che si manifesta riempiendoli di un senso condiviso, al di là della loro condizione materiale”. 

La mostra proporrà un confronto su questi temi tra gli artisti e gli architetti invitati: Fabio Maria Alecci e Gianluca Esposito, Maurizio Barberis, Armando Bruno e Alberto Torres, Dorian X, Alfonso Femia, Cristina Fiorenza, Duccio Grassi, Alessandro Melis con Fadhil Fadhil e Monica Battistoni, NùeVù, Daniele Menichini, Aldo Parisotto, Steve Piccolo, Odilia Prisco, Sonia Ros, Davide Valoppi, Alberto Vannetti, Carmelo Zappulla.

ESPRIT MAGICIEN vuole essere anche teatralità, spettacolo, emozione. Per questo motivo verrà coinvolta una realtà importante del mondo dello spettacolo milanese.

La Compagnia Teatro Colla, che metterà in mostra le marionette realizzate nel 1960 per la rappresentazione de La Tempesta di Shakespeare (tradotta per l’occasione da Salvatore Quasimodo) attraverso una speciale installazione multimediale. In collaborazione con Steve Piccolo, Martina Barberis Casagrande, Henry Thoreau.

Inoltre una speciale installazione luminosa di Antonangeli, curata da Gianfranco Marabese, posizionandosi al centro della Cisterna creerà una scenografia di luce aerea, omaggio allo spazialismo di Lucio Fontana.

Le opere di ESPRIT MAGICIEN sono state realizzate con la partecipazione di Antonangeli, Attico Interni, Candle store Andrea Moraes, Casalgrande Padana, Cl Italia, Cromonichel, Marmi Faedo, Materica, Metallum, Nic Design, La Maquina, Officine Tamborrino, Sprech, Zeus aziende che rappresentano l’eccellenza nella lavorazione e nella finitura di materiali come metallo, pietra, marmo, plexiglas, e che operano con un approccio sostenibile di valorizzazione dell’ambiente in cui operano.

In occasione del Fuorisalone 2023, Hoperaperta avrà anche una vetrina speciale nel ristorante di Cocciuto di Via Procaccini, 33, l’insegna punto di riferimento per gli amanti della buona cucina. Cocciuto ospiterà infatti nel suo locale di design due opere della mostra: Arnolfini’s e Studiolo.

Inoltre HoperAperta per questa edizione 2023 è partner di Medelhan che il 19 aprile organizzerà la seconda edizione della Milano Design Night.

ESPRIT MAGICIEN è un progetto espositivo che si inserisce all’interno della manifestazione MATERIA, format promosso dalla Fabbrica del Vapore in occasione della Milano Design Week 2023, Assessorato alla Cultura del Comune di Milano.

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In collaborazione con:

La Fabbrica del Vapore,

Assessorato alla Cultura del Comune di Milano

The School of Architecture & Design,

New York Institute of Technology, New York, USA

Compagnia Teatro Colla, Milano

Massimo Negri, Direttore Scientifico dell’European Museum Academy

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Hoperaperta Milano Design Week 2023

Esprit Magicien

Oggetti utilitaristici per pratiche rituali

a cura di

Patrizia Catalano e Maurizio Barberis

produzione evento

Martina Barberis Casagrande

con

Anastasija Gosevska

 

La Fabbrica del Vapore

Sala Cisterna

Assessorato alla Cultura del Comune di Milano

Progetto in collaborazione con:

Gianfranco Marabese, Antonangeli

Alessandro Melis, Idc Foundation Endowed Chair Professor

School of Architecture & Design, New York Institute of Technology, New York USA

Stefania Mannacio Colla, direttore Teatro Colla, Milano

Massimo Negri, Direttore Scientifico dell’European Museum Academy

Andrea Schubert, Galleria Schubert, Milano

Gilda Contemporary Art, Milano

Per l’allestimento

Zeus, Milano

Food & Beverage

Montelvini, Patatas Nana, Cocciuto

Ufficio Stampa

Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication

Photo Credits

Stefano Anzini

OPERE

Kinderszenen (2021) – Wunderkammer

Opere in materiali vari e di recupero

di Fabio Maria Alecci e Gianluca Esposito


Al suo II° allestimento, sintetizzato espressamente per HOPERAPERTA, questo è il frutto più recente della collaborazione nata nel 2015 tra i due artisti per la realizzazione di Wunderkammer e installazioni immersive attraverso la combinazione ragionata dei reciproci lavori: in esse le opere, pur concepite all’interno di percorsi di ricerca indipendenti, costruiscono affiancandosi nuovi orizzonti di significato. L’inevitabile scontro dialettico tra istanze di personale evoluzione e condizionamento sociale è qui narrato attraverso un linguaggio straniante, onirico e visionario, ispirato dall’omonimo pezzo n° 10 dell’opera 15 di Schumann “KINDERSZENEN”, traducibile come “Scene infantili”.


Olonia detta anche dell’amore come simmetria di dominio

Consolle in metallo con finitura bronzo e foto stampata

su metallo

di Maurizio Barberis

Il progetto si ispira al diagramma di Minkowski, un fisico russo che diede una spiegazione grafico matematica della Relatività Generale (Einstein) ovvero della relazione spazio/tempo. Le immagini presenti nel progetto tengono conto di questo modello di rappresentazione spazio/temporale, ovvero della definizione di superficie assoluta data da Raymond Ruyer.

Le architetture rappresentate sono quelle della città buzziana (Tommaso Buzzi) in Umbria, fotografate dall’autore, un altro esempio di superficie assoluta.

Realizzazione: Cromonichel, Oemmebi


Studiolo

di Maurizio Barberis

Studiolo vuole essere la versione contemporanea di un mobile per collezionisti, un’opera pensata per accogliere oggetti e opere d’arte. Il progetto si ispira agli studi degli umanisti e letterati rinascimentali che grazie alla sensibilità dell’aristocrazia dell’epoca divenne la sede di straordinarie raccolte d’arte e oggetti rari, quali dipinti, vasi, gemme, sculture, monete antiche, ecc.

Tra i più famosi quelli di Federico da Montefeltro duca d’Urbino, degli Este e dei Medici. Studiolo è stato progettato in due versioni, realizzate in legno laccato policromo e con l’inserimento di pannelli fotografici, elaborazioni digitali di dipinti classici ottocenteschi e di motivi ornamentali ricavati dalla Grammar of Ornament di Owen Jones.

Realizzazione: CL Italia in collaborazione con Abet Laminati


Moonrise

Stampa fotografica

di Maurizio Barberis

L’argento è il metallo che viene simbolicamente associato alla Luna nell’opus alchemico e metalleia indicava appunto il lavoro di scavo, di ricerca, di approfondimento necessario a portare alla luce (della Luna) i valori dell’anima.

Scavando nella terra del Mundus si incontrano dapprima il piombo nero, saturnino, del corpo dell’uomo, disposto a qualsiasi cosa pur di garantire il proprio piacere la propria sopravvivenza, poi il bianco argenteo e lunare dell’anima, l’inconscio gestore degli equilibri e degli umori della sua psiche, infine l’oro del suo spirito, o animus, il veicolo lucente che solo può condurlo verso la verità e la realizzazione dell’Opus. Nel mondo dell’alchimia l’argento precede l’oro, la luna il sole, la follia una coscienza più chiara. E quindi la Follia e la Luna, con il suo biancore accecante, diventano il veicolo necessario per intraprendere il viaggio verso la mitica Colchide.

L’Argento, il metallo della Luna, è il simbolo della Grande Luce…”.


L’Uovo di Vitruvio

di Armando Bruno e Alberto Torres


Se l’Uovo Cosmico costituisce un simbolo evocativo del seme primordiale da cui ha avuto inizio l'intera creazione, l'Uovo di Vitruvio rappresenta un big bang biologico che dà origine ad un esserə utopico e ideale, dotato delle qualità necessarie per garantire la sopravvivenza in un imminente futuro e che, al contempo, riflette in sé le fondamentali componenti del macrocosmo naturale.

Quest’uovo, in grado di generare l'uomo del nuovo rinascimento, offre una prospettiva alternativa alla convulsa ricerca di un equilibrio tra i valori etici e morali, agli intricati, mitologici e fiabeschi credo del politeismo e del monoteismo. La sua morfologia fluente, la cui figura sembra sfiorare il passaggio fluido dello spazio, e l'impulso continuo della fluxus formae, che rappresenta la dinamicità e la continuità del cambiamento, incarnano l'idea di un'esistenza in costante espansione e di un percorso di evoluzione senza fine.

Attraverso la propria opera, gli autori suggeriscono un percorso che potrebbe rappresentare un potenziale salvifico per l'umanità, si a livello individuale che collettivo, basato su un concetto filosofico e profano che intende esplorare l'intima connessione tra gli esseri viventi, la natura e l'universo.

Courtesy: Materica


Arcane Tarot

Dipinto ad acrilico su tela

di Dorian X

Con la presente esposizione, Dorian X propone una serie di dipinti inediti che raffigurano gli Arcani Maggiori dei Tarocchi. 21 + 0 arcani, non interpreti come veicoli di un’arte divinatoria ma, nel suo linguaggio visivo maturato in anni di esperienza, evidenziando il loro significato originale attraverso una simbologia regolata nel corso dei secoli.

Dorian X ripristina ordinatamente gli Arcani Maggiori nel loro insieme: un percorso misterico costellato da stazioni consequenziali, rivolte a sollecitare la riflessione e il superamento degli ostacoli che impedirebbero l’evoluzione dell’iniziato.

Courtesy: Galleria Schubert


La scala di Giacobbe

di Alfonso Femia


Ispirata all’episodio biblico della scala-ponte tra Terra e Cielo, sognata da Giacobbe, il progetto di artigianato tecnologico di Alfonso Femia è sintesi di opposte tensioni, la salita e la discesa, la spiritualità e la secolarità, la memoria e il contemporaneo.

Realizzazione: Alfonso Femia con Attico Interni, Casalgrande Padana, Marmi Faedo, Daniele Trogu


Tre fiori

di Cristina Fiorenza

Queste sculture sono ispirate alle leggendarie piante dell’isola di Socotra, fiori e piante rare di forme scultoree. Sono forme di pura fantasia ma dall’impatto quasi monumentale e brutalista. Il colore turchese ricorda la pasta egizia, molto amata nell’antico Egitto per il suo colore intenso e vibrante quasi velenoso. I cristalli legano il fiore alla trasformazione e lo impreziosiscono di ulteriore pathos.

Courtesy: Gilda Contemporary Art


Astolfo sulla Luna

Scultura luminosa in ottone variamente brunito

di Duccio Grassi

“tutta la sfera varcano del fuoco,

et indi vanno al regno della luna”

Astolfo supera i cieli orbitanti e trova nei valloni metallici lunari i depositi del senno perso dagli uomini.

Forse come conseguenza si propaga la luce, corrispondente ad uno stato di coscienza più elevato, più è esterna la corrispondente sfera celeste.

Realizzazione: Cromonichel


Floating acrobats

di Alessandro Melis, Fadhil Fadhil e Monica Battistoni

Il termine resilienza (da resilire “saltare all’indietro”) è legato al concetto di performance quale azione culturale capace di mettere in relazione creativa il corpo e lo spazio, dove i volteggi pirotecnici degli acrobati diventano interpreti del “glimpse of the magic” sotteso alla messa in scena teatrale. L’opera poggia su una base in legno che rappresenta il palcoscenico, sul quale fluttuano tre corpi in legno intagliato raccordati al monolite mediante un giunto trasparente, restituendo così la dimensione effimera e sfuggevole della performance.


Human less | Anatomia di un tavolo

di NùeVù

In tempo di pace, la dimensione semantica dell’oggetto tavolo e la sua prossimità all’idea dell’abitare, del condividere, dell’accogliere, fanno dello stesso oggetto una casa in nuce. Il cuore della casa. Questo non è un tavolo e nemmeno la sua immagine, ma un tentativo, anche ludico, di reinterpretare l’abitare negato. Un tavolo inospitale che continua a chiamarsi tale solo per anatomia, per risonanza formale ai suoi antenati. Un ricordo opaco, un piano in cocciopesto che tiene la memoria di tutti i pasti passati nell’incavo che lo segna, portando in tavola una ferita. Un tavolo apparecchiato per i giorni indesiderati.


Rituals

di Aldo Parisotto

Rituals progettato da Aldo Parisotto, co-founder di Parisotto + Formenton Architetti è un totem contemporaneo, dove forme e materia legati ai rituali del benessere sono interpretate nella loro astrazione concettuale. I corpi scultorei e ancora grezzi dei sanitari NIC mostrano la loro matericità tattile e le cromie polverose di uno stato ancora incompleto della lavorazione, così come nei momenti della cura del sé, nel cuore privato della casa, ci si mostra ancora ciascuno nella propria essenza.

Con un approccio upcycling, i pezzi utilizzati per Rituals, sono elementi imperfetti o che torneranno in azienda per completare il processo di lavorazione e il loro naturale ciclo di vita.

Courtesy: Nic Design


SOLOS (our only chance)

Video Installation

di Steve Piccolo

Il video mostra musicisti che eseguono improvvisazioni in solitaria, senza ascoltarsi, sulla base di semplici istruzioni verbali. Le istruzioni non prevedono alcuna notazione e rimangono segrete, note solo agli artisti. Non vediamo quasi mai i loro volti, ma solo le loro mani mentre suonano gli strumenti. Di conseguenza, le registrazioni indagano le discrepanze tra la misurazione meccanica del tempo (orologio) e la psicotemporalità (orologi neurali), con implicazioni di sincronia che possono essere solo "ascoltate". Lo spostamento di fase dei loop ripetuti può innescare la percezione dei cicli ritmici, come ipotizzato da Henri Lefebvre. lnterazioni di questo tipo possono rappresentare la "nostra unica possibilità" di interazione significativa nel presente e forse nel futuro. 

Musicisti: Walter Prati (violoncello), Gak Sato (theremin), Sergio Armaroli (talking drum), e Steve Piccolo (elettronica)

Realizzazione: Fabio Selvafiorita


RHNH Manifesto (Bees Do Design)

Video

di Odilia Prisco

RHNH Manifesto (Bees Do Design) vuole tracciare un parallelo tra l'autorganizzazione delle forme biologiche e l'armonia senza tempo del design italiano.

Il video rappresenta dei punti che fluttuano in uno spazio indefinito, i cui movimenti sono generati da un algoritmo che combina le coordinate generate da due equazioni. La prima rappresenta il tracciato disegnato dal volo di un'ape durante nel volo di impollinazione in un prato, mentre sono estratti dei disegni più iconici del design italiano del '900 a generare la seconda.

Questo parallelismo rappresenta una dichiarazione di intenti di RHNH come brand-web3 rappresentando lo spazio di possibilità e meraviglia che si crea combinando le tecnologie digitali con l'attenzione alla tradizione creativa e alle creatività intrinseca del mondo naturale.

RHNH Manifesto (Bees Do Design) è il risultato della collaborazione tra la designer Odilia Prisco -Designer e Founder di RHNH-, Marco Tripodi - Vfx supervisor-  e Alessio Oliverio -FX Artist.

Realizzazione: Odilia Prisco Designer creator, Marco Tripodi Vfx supervisor, Alessio Oliverio FX Artist


Empty Eden

Polittico, tecnica mista, grafite e olio su tela, cm 256x840, 2019

di Sonia Ros

Empty Eden è un abisso al contrario, è il luogo più remoto del cielo. Le forme archetipe, ora compatte, ora evanescenti, ora stilizzate, ora massicce e intrusive partecipano e si prestano al dipanarsi della nostra anima. Queste visioni enfatizzano i contrasti che vi si agitano, decantandoli alla nostra vista e rendendoci consapevoli della loro origine e della loro intensità.

Artista veneziana attiva a livello internazionale, Sonia Ross ha esposto numerose volte in Italia e all’estero, con personali a Ca Pesaro a Venezia, San Pietroburgo, Berlino, Helsinki, ecc.


Campo di grano, Fuga, Reinassance e Sfogliare

Arazzi/stendardi e microarazzi in tecnica mista (tessuti, pittura, ricami, lana, materiali vari)

di Alberto Vannetti

Per il nuovo progetto di HOPERAPERTA in occasione della settimana del design, l’artista ha scelto 4 arazzi/stendardi realizzati a partire dal 2012 ad oggi. 

Crede che per il tema prescelto “ESPRIT MAGICIENNE” questa serie di lavori in tecnica mista, (tessuti, pittura, ricami, lana, materiali vari) entri nello “spirito” della mostra sia per i soggetti espressi, sia per la scelta dei materiali, sia per la loro fattura totalmente eseguita manualmente a sottolineare l’unicità del gesto diretto e tecnico. Un modo indiscutibile per trasmettere una visione altra, sensoriale, narrativa, per alcuni aspetti concettuale e idealista, ma distante dalla freddezza e omologazione tecnologica che di “magico” ha ben poco.


Echoes of the Unseen

di Carmelo Zappulla

Carmelo Zappulla, architetto italiano PhD e fondatore di External Reference, studio di architettura con sede a Barcellona, presenta Echoes of the Unseen, un’opera d’arte in forma di trilogia basata sulla ricerca artistica sui pattern,  iniziata con "Light Scape". 

Analizzando pattern e data-scape, definiti dalle relazioni e dalle interazioni tra i vari elementi della città, Echoes of the Unseen rappresenta una comprensione più profonda dell'agglomerato urbano e dei suoi abitanti e utilizza questa conoscenza per creare opere d'arte che riflette il comportamento della nostra vita urbana e conferisce loro una dimensione estetica.

Il suo obiettivo è materializzare gli schemi invisibili. Secondo la definizione di F. Capra degli schemi come “configurazioni di relazioni”, l'intento è quello di rappresentare visivamente e scultoricamente alcune selezioni di dati urbani.

La trilogia presentata a Hoperaperta utilizza un insieme di bellissimi pattern che troviamo nei campi elettromagnetici, atmosferici e sonori e li trasforma in elementi in ceramica stampati in 3d, caratterizzati dal bagliore di lampadine di vetro artigianali alimentate da gas ionizzato.

Questi pattern non sono il risultato di un disegno predeterminato, ma piuttosto il prodotto di un'auto-organizzazione progressiva e adattiva, e dell'interazione tra le parti costitutive di un essere vivente, la città.


Noisy

Acciaio lucidato e traforato

di Daniele Menichini

Un esperimento magico in cui la rumorosità dell’opera, in acciaio lucidato e traforato, si materializza e si fa notare attraverso la schizofrenia di una grafica al tratto, generata casualmente dalla mano dell’autore. L’evidenza delle dimensioni smaterializzate oltre lo spazio ed il tempo della nostra era tra rilesso e riflessione.

Courtesy: Metallum


La tempesta, 1960

di Compagnia Teatro Colla

Nel 1960 Gianni Colla intraprende una collaborazione l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano per la realizzazione delle scene (prof. Tito Varisco) e delle marionette (prof. Romano Rui) dello spettacolo La tempesta di William Shakespeare che debutta al teatro interno della stessa accademia e, sempre nello stesso anno, al Teatro dell’Arte di Viale Alemagna. I bozzetti delle cinquanta modernissime marionette sono di Graziella Evangelista, le scene di Cornelia Frigerio e Carlo Tomasi, le musiche di Nicolò Castiglioni.

La traduzione dell’opera è di Salvatore Quasimodo, recitata dagli attori della Compagnia Stabile del Teatro Angelicum di Milano.


Archetto Freedom

di Antonangeli