HOPERAPERTA 

LA SUPERFICIE ASSOLUTA


Della Forma Vaso in musica. What’s going on

di Alessio Bertallot & Pointillismo

Una performance fatta di parti sonore, isolate e ri-composte secondo il concetto di vaso (volume di raccolta) e superficie (piano di composizione di singole componenti). L' ascolto random e disperso delle tracce della celebre canzone di Marvin Gaye, lungo la superficie della terrazza, viene idealmente ricomposto in un centro, un vaso sonoro nel mezzo della terrazza. La sintesi armonica diventa forma al centro dello spazio della mostra.


Moon Vase e Dressed Vessel

di Cristina Fiorenza

“La funzione dei miei vasi non è il fine; sono un mezzo per indagare la superficie, rispettando le forme tradizionali del contenitore. Sperimento molto sull'uso dello smalto per creare delle superfici ruvide e frastagliate, che mi ricordano le pietre laviche, l'erosione e le sedimentazioni secolari degli scogli”. La materia diventa così un corpo libero di compiere una propria metamorfosi performativa, l’artista si muove così nei confini formali e tecnici della tradizione ceramica in un nuovo territorio di investigazione ricco di libertà espressiva, invenzione e gioco.

Courtesy: Gilda Contemporary Art, Milano


Natura morta con paesaggio rurale 

di Ivan Forcadell, con Juan Salvado

Utilizzare utensili tradizionali per annullare la loro funzionalità attraverso l'arte e creare altri pezzi con altri messaggi diversi.


VOID

di Analogia Project

Void, “nulla”, letteralmente spazio vuoto, esplora il tema della superficie assoluta del vaso partendo da un’esplosione: la forma dell’oggetto è data infatti da diverse piccole esplosioni all’interno di un parallelepipedo di argilla fresca. Il risultato è un insieme di vasi in fusione di bronzo a cera persa che assumono una forma scultorea, in contrapposizione con l’originaria perfezione e matericità del blocco d’argilla.

Realizzazione: Fonderia Artistica Campagner


Vessel for the unknown

di Irene Nordli

Vessel for the unknown. “I miei contenitori organici fanno riferimento al corpo - come spesso accade per il vaso. Si tratta di oggetti assemblati e sviluppati in collage tridimensionali con frammenti di diverse texture. Questi frammenti sono impronte provenienti dall’ambiente che mi circonda. La forza e il movimento che ripongo nelle opere sono presenti anche dopo il processo di cottura, dopo che l'argilla viva e morbida diventa porcellana dura, che porta con sé la sua storia e il suo valore, e i miei vasi sono come un'eco inquietante della porcellana dei tempi d'oro”.
 Irene Nordli

Courtesy: Format Gallery


LDTO

di Anne-Sophie Oberkrome

LTDO Vase è una scultura analogico-digitale, un collage di corpo e superficie, un ibrido di immagine e oggetto. Stampato in 3D dalla sabbia, la materia prima del vetro, trasmette una granulosità che ricorda i pixel. La sua forma cambiata appare solo da una prospettiva che la colloca nel suo stato originale di vaso tradizionale.


Souvenir #03 e #06

di Matteo Pellegrino

Con il progetto Souvenir, edito da Galleria Luisa Delle Piane e presentato per la prima volta al pubblico durante MiArt 2022, Matteo Pellegrino approfondisce la sua ricerca sullo sviluppo e l’utilizzo di resine, schiume poliuretaniche e siliconi, questa volta utilizzati come medium per legare insieme frammenti di roccia Carparo, dando vita ad una collezione di vasi e contenitori dalle forme primitive. 

Courtesy: Galleria Luisa delle Piane


"SENZA TITOLO"

vaso in marmo con catena e albero

di Rudy Ricciotti con la collaborazione di Marco Arioldi

Vaso in marmo ispirato a un’esperienza vissuta da Curzio Malaparte sul confine tra Italia e Francia nella Prima guerra mondiale quando andò ad arruolarsi con l’esercito francese e nella seconda quando varcò la frontiera come soldato italiano. “Per Malaparte, da quel momento in poi, l’immagine di quello stesso confine si trasforma in rimorso, senso di colpa e sacrificio. L’assurdità della guerra e l’insolvenza della frontiera si ritrovano congiunte intorno allo stesso sanguinoso prezzo da pagare. Sui ghiacciai le granate francesi che colpiscono le masse granitiche… disegnano angeli argentati. Al suolo, sulla terra carbonizzata, gli impatti sollevano delle seppie monumentali. Nel candore della neve, diventano colonne di marmo bianco”.


Marble Marbling

Coppia di vasi in marmo e cemento

di Zanellato/Bortotto

L’idea riprende la tecnica della marmorizzazione ed il suo utilizzo. Un vaso largo e basso ricorda le vasche utilizzate per riprodurre la tecnica stessa, piene di acqua sopra la quale si formerà il finto marmo. Un vaso esagonale stretto ed alto mostra invece l’applicazione del risultato di questa “marmorizzazione” attraverso un oggetto verticale che pare rivestito di questa materia. La coppia di oggetti parla di processo e applicazione, di interno ed esterno, di marmo e marmorizzazione.

La scelta delle cromie riprende, attraverso una selezione di marmi quasi tutti italiani, i colori tipici delle carte marmorizzate.

Realizzazione: Del Savio 1910


Analogia Project. Il lavoro di Andrea Mancuso trova un sottile equilibrio tra il fantastico e il quotidiano. Originario di Roma, Mancuso ha trascorso i primi anni della sua attività a Londra, un periodo creativamente formativo che ha orientato la sua  pratica verso lo sperimentale e l'immaginario. Da allora ha coltivato un approccio rigorosamente basato sulla ricerca, profondamente in debito con il potere persuasivo della narrazione. Nel 2011 fonda la propria azienda, Analogia Project, che debutta su invito di Will Alsop durante la London Design Week. Da allora ha prestato la sua prospettiva unica a marchi e istituzioni come Hermés, Fendi, Perrier-Jouët, Nilufar Gallery, Bulgari, Lema, Slamp e Wallpaper*, creando mobili, installazioni e installazioni che evocano narrazioni in un modo che trascende cultura, tempo e spazio. I suoi progetti sono stati pubblicati in tutto il mondo ed esposti nelle principali fiere internazionali. Dal 2017 insegna al Master in Interior Design presso l'Accademia NABA di Milano.

Cristina Fiorenza. Architetto, artista e ceramista, ha studiato architettura a Napoli, Weimar e Berlino ha completato la propria formazione all’Università Angewandte di Vienna città dove attualmente vive.
Ha lavorato per vari anni come architetto e parallelamente come artista, un dualismo che si riflette nella sua ricerca artistica.
Tra le ultime mostre personali, a novembre 2021 “Of Essence And Existence” presso Gilda Contemporary Art a Milano, nel 2019 “Das zirpern der Grille” alla Galerie Gerersdofer a Vienna e nel 2017 “Radikal unchained” alla Kunstverein di Steyr, Austria e “Orfeu negro” alla Galerie Gerersdorfer a Vienna.
Ha inoltre esposto al museo di Baden (Austria), alla Künstlerhaus di Klagenfurt (Austria), alla Kunstverein OÖ a Linz (Austria), allo Strabag kunst forum a Vienna (Austria) e al RLB Kunstbrücke a Innsbrück (Austria). È stata vincitrice dei concorsi Strabag Art Award e Winter Gardens (centro Favoriten, Vienna). 

Ivan Forcadell. Nato ad Alcanar nel 1993 è un artista e art director spagnolo. Il suo lavoro si concentra sul collegamento tra tradizione, campagna, cultura popolare ma soprattutto scena mediterranea.

Irene Nordli. Nata nel 1967, è un'artista visiva e scultrice norvegese che vive e lavora a Oslo, in Norvegia, a Heestrand, in Svezia. Irene Nordli produce sculture in ceramica e mostra interesse per come la forma si fonde con la superficie pittorica smaltata. Ha avuto numerose mostre personali e preso parte molte mostre collettive sia in Norvegia che a livello internazionale, partecipando anche a molti progetti di arte pubblica. Laureata al National Collage of Art and Design di Bergen dal 1996 al 2019 è stata un professore presso il dipartimento di arte e artigianato presso l'Accademia nazionale delle arti di Oslo.

Anne-Sophie Oberkrome. E’ una designer tedesca che attualmente vive e lavora a Berlino. Ha studiato design del prodotto presso la Karlsruhe University of Arts and Design (HfG). Durante i suoi studi è stata stagista presso lo Studio Aisslinger, Berlino. Dopo la laurea nel 2019 ha co-fondato il Bio Design Lab presso HfG Karlsruhe, una piattaforma ibrida che esiste sia nello spazio digitale che fisico. Nel 2021 ha aperto lo Studio Œ insieme a Lisa Ertel. Inoltre collabora in varie costellazioni di lavoro come il collettivo FAN e il gruppo di lavoro Many-to-Many, entrambi formati da artisti e designer multidisciplinari. Come designer freelance collabora con Bureau Kilian Schindler, Karlsruhe. Mostre recenti includono: FAN No.5 Carousel al Tokonoma di Kassel (2020); Stillleben #apfelundbirne presso Meyer Rieger a Karlsruhe (2020), Spot On. Designerinnen in der Sammlung al Vitra Design Museum (2021), Multilogue al Mouches Volantes a Colonia (2022).

Juan Salvado. Ha lavorato a lungo nell’ambito della moda co fondando il marchio Moschino e successivamente lavorando come creative director per Aspesi. Rientrato in Cataluña, si è dedicato alla’insegnamento collaborando come docente al Master di Moda dello IED di Barcellona

Matteo Pellegrino. Classe 1982, Pellegrino è cresciuto a Lecce e si è trasferito a Milano nel 2001 dove si è laureato in Interior e product design al Politecnico di Milano. A 22 anni ha iniziato la sua collaborazione con "Fish Design" di Gaetano Pesce. Progressivamente ha collaborato alla realizzazione delle collezioni di Alessandro Mendini, Mendinismi, e Nativo Camapana, dei F.lli Campana. Nel 2015 si trasferisce a New York per collaborare con Gaetano Pesce e avviare una serie di nuovi progetti individuali lavorando tra design, arte e moda. Il suo lavoro si concentra principalmente sulla lavorazione di materie plastiche, schiume poliuretaniche, resine e siliconi, cercando di indagare ed esplorare diverse tecniche creative applicate allo sviluppo del prodotto. Attualmente vive e lavora a Milano dove ha fondato il proprio studio. Collabora con la Galleria Luisa delle Piane con cui ha realizzato la Collezione Souvenir#.

Rudy Ricciotti. Nasce ad Algeri nel 1952 e si laurea in architettura a Marsiglia nel 1980. Il suo studio, con sede in Provenza, ha progettato il Musée des Civilisations de l'Europe et de la Méditerranée a Marsiglia. È stato insignito del Grand Prix National d’Architecture, ha ricevuto la Medaglia d’Oro della Fondation de l’Académie d’Architecture e ha progettato la nuova sede di Chanel Métiers d’Art di Parigi. 

Zanellato / Bortotto. Nel 2013, dopo aver conseguito la laurea presso l'Università IUAV di Venezia e l'ECAL di Losanna, Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto fondano lo studio Zanellato/Bortotto, con sede a Treviso. Nello stesso anno presentano al Salone Satellite di Milano il loro primo progetto, la collezione Acqua Alta, che è un omaggio alla città di Venezia: questo momento segna l’inizio di una lunga e continua ricerca sulla relazione tra i luoghi e lo scorrere del tempo, condotta attraverso l’analisi e la reinterpretazione di tecniche artigianali legate al territorio. Il lavoro dello studio spazia dal design del prodotto alle edizioni limitate per gallerie, dall’art direction per aziende alla progettazione di interni per privati. Collaborano con aziende italiane e internazionali e i loro lavori sono stati esposti in gallerie ed istituzioni quali MAXXI Roma, Triennale Design Museum, Somerset House e The Aram Gallery a Londra.

Ph Stefano Anzini